Don Michele Sopocko



                                   
                  I MIEI RICORDI DELLA DEFUNTA SUOR FAUSTINA


Ci sono delle verità di fede che sembrano esser conosciute, di cui si parla spesso, ma senza capirle e tantomeno viverle. E così è successo anche a me, per quanto riguarda la verità della Divina Misericordia. Tante volte ho riflettuto su questa verità nelle meditazioni, specialmente durante i ritiri spirituali, tante volte ne ho parlato nelle omelie e ho ripetuto le parole delle preghiere liturgiche, ma non cercai di approfondirne il contenuto e l’importanza per la vita spirituale: in particolare non riuscii a capire, e all’inizio non potei accettare che la Divina Misericordia fosse l’attributo più alto di Dio Creatore, Salvatore, Santificatore. Ci voleva un’anima semplice e santa, profondamente unita a Dio, la quale – come credo – per ispirazione Divina me ne parlò incitandomi a studiare, a cercare e a riflettere su questo tema.
Quest’anima era Suor Faustina, ora defunta (Helena Kowalska) della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Essa lentamente arrivò a convincermi al punto tale che oggi considero il culto della Divina Misericordia, e particolarmente l’istituzione della festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua come uno degli obiettivi prioritari della mia vita.
Conobbi Suor Faustina in estate (nel luglio o nell’agosto del 1933), come una delle penitenti della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Vilnius (via Senatorska 25). In quel periodo ero confessore ordinario di questa Congregazione.
Attirò la mia attenzione con una sensibilità straordinaria della coscienza, e con la sua stretta unione con Dio. Il più delle volte non c’era materia per l’assoluzione e mai offese Dio con un peccato grave.
Sin dall’inizio mi comunicò di conoscermi da tempo grazie a qualche visione, che avrei dovuto essere il suo direttore spirituale e che avrei dovuto realizzare qualche piano divino che mi sarebbe stato trasmesso per suo tramite. Non presi sul serio  questo suo racconto e sottomisi Suor Faustina a una prova che la spinse a cercare un altro confessore, col permesso della Superiora. Dopo un certo tempo tornò da me e dichiarò di essere pronta a sopportare tutto ma che non sarebbe andata più via da me. Non posso ripetere in questo luogo tutti i dettagli di questo colloquio che in parte si trova nel suo diario che ella scriveva su mia richiesta, poiché più tardi le avrei vietato di raccontare le sue esperienze durante la confessione.
Conoscendo meglio Suor Faustina, constatai che i doni dello Spirito Santo operavano in lei
in modo nascosto, ma in alcuni momenti, assai frequenti, si manifestavano più chiaramente, conferendole un’intuizione viva che coinvolgeva la sua anima, risvegliava slanci di amore,
nobili ed eroici atti di rinnegamento di se stessa. In particolare di frequente si manifestava l’opera del dono della scienza, della sapienza e dell’intelletto grazie alle quali Suor Faustina vedeva chiaramente la nullità delle cose terrene e l’importanza della sofferenza e delle mortificazioni.
Comprendeva con semplicità gli attributi di Dio, e particolarmente la Sua Misericordia Infinita. Alle volte aveva una visione beatificante vedendo una luce inaccessibile. Fissava lo sguardo in questa luce per un po’di tempo, vedendo apparire la figura di Cristo che camminava, benedicendo il mondo con la mano destra, e con la mano sinistra aprendo la veste vicino al Cuore. Da sotto la veste uscivano due raggi -  bianco e rosso. Suor Faustina aveva tali visioni, e altre ancora, già da alcuni anni e sentiva parole soprannaturali che percepiva con il senso dell’udito, con l’immaginazione e con la mente.
Temendo che Suor Faustina potesse avere delle illusioni, delle allucinazioni o delle idee fisse mi rivolsi alla Superiora, Madre Irene, per essere informato su chi fosse Suor Faustina, che opinione avevano di lei le altre Suore della Congregazione e le Superiori. Chiesi anche di controllare il suo stato di salute dal punto di vista psicologico e fisico. Dopo aver ricevuto delle risposte positive sotto ogni aspetto, aspettai ancora un po’di tempo, in parte non credevo fino in fondo, riflettevo, pregavo e cercavo, chiedevo consigli ad alcuni sacerdoti più esperti per sapere come comportarmi, senza dire di che cosa né di chi si trattasse.
E si trattava di realizzare alcune presunte, ferme richieste del Signore Gesù: dipingere un’immagine che Suor Faustina vedeva e istituire la festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua. Alla fine, motivato più dalla curiosità di come sarebbe stata questa immagine piuttosto che dal fatto di credere nella verità delle visioni di Suor Faustina, decisi di far dipingere questo quadro. Mi misi d’accordo con Eugeniusz Kazimirowski, un artista pittore che abitava con me nella stessa casa. L’artista doveva dipingere il quadro in cambio di una somma pattuita. La Superiora diede il suo permesso e Suor Faustina, due volte alla settimana, veniva nello studio del pittore, per dare delle indicazioni su come doveva essere dipinta questa immagine.
Il lavoro durò per alcuni mesi e finalmente, a giugno o a luglio del 1934, l’immagine fu dipinta. Suor Faustina si lamentò che l’immagine non era così bella come quella che lei vide , ma Gesù la calmò dicendo che andava bene così com’era, aggiungendo: “Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù confido in Te” (Diario, 327). (vedi Immagine)
All’inizio Suor Faustina non seppe spiegare il significato dei raggi che apparivano nell’immagine. Dopo alcuni giorni, disse che Gesù stesso le aveva spiegato durante
la preghiera: “I due raggi sul quadro rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi scaturiscono dal Mio Cuore che venne aperto sulla Croce. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio”… “Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria. (...) Io desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della Divina Misericordia”…“L’anima che quel giorno si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione riceve il perdono totale delle colpe e delle pene”… “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia”… “Prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia, affinché nessuno possa giustificarsi nel giorno del giudizio, che non è così lontano..."
Questa immagine era un po’innovatrice, riguardo al contenuto, perciò non potevo appenderla in chiesa senza il permesso dell’Arcivescovo e mi vergognavo  a chiederglielo, e ancor di più a raccontargli qual’era la provenienza di questo quadro. Per questo lo collocai al buio, in un corridoio, accanto alla chiesa di San Michele (nel convento delle Suore Bernardine), di cui ero rettore. Suor Faustina mi preannunciò le difficoltà collegate alla permanenza presso questa chiesa, e in effetti, gli eventi straordinari si susseguirono abbastanza velocemente. Suor Faustina chiese che l’immagine fosse a ogni costo collocata in una chiesa, e io invece non ebbi fretta. Alla fine, la Settimana Santa del 1935 ella, Suor Faustina dichiarò che il Signore Gesù mi chiedeva di collocare questa immagine per tre giorni a Ausros Vartu, per il triduo previsto per la chiusura del giubileo della Redenzione che si sarebbe tenuto il giorno della futura festa, la Domenica in Albis. Ben presto seppi che il triduo era veramente in preparazione e il parroco di Ausros Vartu, il canonico St. Zawadzki, mi chiese di dire l’omelia. Accettai a condizione che la finestra del colonnato fosse decorata da quel quadro.
In quel posto l’immagine aveva un aspetto imponente attirando l’attenzione dei passanti più dell’immagine della Madonna.
Dopo la solennità l’immagine fu rimessa al solito posto nascosto e vi rimase per altri due anni. Soltanto il 1. IV. 1937 chiesi a Sua Eccellenza Arcivescovo Metropolita di Vilnius il permesso di appendere questa immagine nella chiesa di San Michele, di cui all’epoca ero rettore.
Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita rispose di non voler decidere da solo. Sottomise l’immagine a una commissione organizzata da don Adam Sawicki, canonico, cancelliere della curia Metropolitana. Il cancelliere ordinò di esporre il quadro nella sacrestia della chiesa di San Michele il giorno 2 aprile.
Non sapendo a che ora ci sarebbe stato l’esame della commissione ed essendo impegnato
al lavoro nel Seminario e all’Università, non fui presente quando la commissione esaminò l’immagine e non so quali persone ne fecero parte. Il 3 aprile 1937 Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita di Vilna (Vilnius) mi informò di avere già delle informazioni dettagliate riguardo a quest’immagine e diede il suo permesso di benedirla e appenderla nella chiesa, con l’unica riserva di non collocarla  nell’altare e di non dire quale fosse la sua provenienza.
Il giorno stesso l’immagine fu benedetta e appesa accanto all’altare maggiore, dal lato del leggio. Alcune volte fu prestata dalla parrocchia di San Francesco (ex Bernardina) per la processione del Corpus Domini, per l’allestimento degli altarini. Il 28.XII.1940 le Suore Bernardine la trasportarono in un altro luogo, e in quell’occasione l’immagine fu un poco danneggiata, e nel 1942, quando le suore furono arrestate dalle autorità tedesche, l’immagine tornò al suo posto accanto all’altare maggiore, dove è rimasta fino ad oggi, circondata dalla grande devozione dei fedeli e adornata di numerosi ex-voto. Alcuni giorni dopo il triduo a Ausros Vartu, Suor Faustina mi raccontò quello che visse durante la solennità. Tutto è dettagliatamente descritto nel suo diario. Successivamente, il 12 maggio, vide nello spirito il Maresciallo J. Pilsudski agonizzante e mi raccontò delle sue terribili sofferenze. Il Signore Gesù le avrebbe mostrato questo dicendo: “Guarda come finisce la grandezza di questo mondo”. Poi vide ancora il giudizio della sua anima, e quando chiesi come fosse finito, rispose: “Sembra che per intercessione della Madre Dio abbia vinto la Divina Misericordia”. Presto iniziarono le grandi difficoltà predette da Suor Faustina (dato il mio soggiorno presso la chiesa di San Michele). Queste difficoltà aumentarono sempre più fino a giungere a un punto culminante nel gennaio del 1936. Di queste difficoltà non parlai quasi con nessuno, e soltanto durante un giorno critico chiesi a Suor Faustina di pregare. Con mio grande stupore, lo stesso giorno, tutte le difficoltà svanirono come una bolla di sapone. Suor Faustina mi disse di aver preso su di sé le mie sofferenze e quel giorno ne sperimentò così tante, come non successe mai in tutta la sua vita. Poi, quando chiese aiuto a Gesù si sentì rispondere: “Sei stata tu a proporre di soffrire per lui, e adesso non lo vuoi? Ho permesso che tu sperimentassi solo una parte delle sue sofferenze”.In questo luogo con estrema precisione mi disse quale era la causa delle mie difficoltà. Il tutto le sarebbe stato comunicato in modo soprannaturale. Me lo disse con una precisione sconvolgente, tanto più che non poteva in nessun modo conoscere i particolari. Ci furono anche altri casi simili. A metà aprile del 1935, su ordine della Superiora Generale, Suor Faustina partì per Walendow, e poi per Cracovia, mentre io riflettevo seriamente sul messaggio della Divina Misericordia e iniziai una ricerca negli scritti dei Padri della Chiesa per avere la conferma che la  Misericordia fosse l’attributo più alto di Dio, come diceva Suor Faustina, poiché non avevo trovato niente negli scritti dei teologi più recenti. Con grande gioia trovai espressioni simili
in San Fulgenzio e San Ildefonso e ancor di più in San Tommaso e Sant’Agostino il quale commentando i Salmi parlò molto della Divina Misericordia chiamandola l’attributo più alto
di Dio. Da quel momento non ebbi più seri dubbi  riguardo al carattere soprannaturale delle apparizioni di Suor Faustina. Iniziai a pubblicare degli articoli sulla Divina Misericordia nelle riviste di teologia, motivando con degli argomenti razionali e liturgici il bisogno di istituire una festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua
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